Recensione: "L'ape bianca" di Valentina Villani

12/01/2017

Titolo: Ape bianca
Autore: Valentina Villani
Formato Kindle: 1,99€
Cartaceo: 12,00€
Casa editrice: Adiaphora 
Uscita: ottobre 2017

Trama:
La perdita precoce di un genitore è un'esperienza dolorosa e paralizzante. Chi la vive subisce una crudele disconnessione da una parte profonda di sé, tanto che pensieri ed emozioni paiono precipitare in un vortice sinuoso e inesorabile come l'interno di una conchiglia. E, quando il rapporto tra madre e figlia si rivela complesso, intricato, conflittuale, eppure intimamente profondo, quell'assenza si manifesta in tutta la sua brutalità dilatandosi in un atroce senso di irresolutezza. La nascita di un figlio durante la malattia fatale della madre conduce l'autrice in un luogo sospeso tra vita e morte, un regno di opposti dominato da un'atmosfera onirica. Le sue parole rievocano la faticosa esplorazione di sé alla ricerca di quell'assenza, di quella madre prima presente ma distante, affettuosa eppure eclissante, e delle sue reliquie ora spezzate e pungenti. L'analisi introspettiva del ricordo diventa, così, evento di riconciliazione.

Recensione:

Mi pare d'obbligo sottolineare che, quello compiuto dall'autrice, è un racconto che diviene esperienza pura per il lettore. Un viaggio che stravolge i sensi: ascoltare un odore, leggere un'immagine, toccare un'emozione, vestire una storia.

Quest'autrice vi aiuterà ad affrontare il tema della morte, attraverso la potenza della vita, delle emozioni, della creatività. L'arte diviene un ponte con la madre, la loro comune capacità di vedere il risultato prima del gesto creativo disegna tra le due donne un mondo privato, un luogo dove incontrarsi e trovarsi.

Di recente, ho perso una persona per me molto importante, direi quasi una seconda madre e così questo libro mi ha toccata molto da vicino, in particolare in punti in cui l'autrice sottolinea il silenzio insopportabile in cui lei stessa è sprofondata dopo che la madre è tragicamente scomparsa. La ricerca costante della persona che abbiamo amato, in tutto ciò che ce la ricorda, che ce la fa sentire vicina, fino a diventare lei.

Davvero toccante la descrizione del momento del suo parto; lo stesso che è divenuto il primo giorno di chemioterapia della sua di madre. La vita e la morte in un unico abbraccio.

" I miei occhi si aggrappavano alla luce bianca del cielo come ipnotizzati, mentre il vento mi ricordava di essere ancora viva"

La malattia stretta come un vestito attillato. Un romanzo commovente, che toccherà irrimediabilmente tutti coloro, tra noi lettori, che hanno subito una perdita. Il tempo si è dilatato fino a perdere i suoi confini, chi ha perso una persona cara può stare nelle cose, negli oggetti, entrarci fino a diventarne una parte. 
Si resta  nel dolore senza un limite, senza sapere quando finirà o come si trasformerà.

Una lettura che è soprattutto un viaggio attraverso la rielaborazione del lutto, dalla rabbia al dolore più intenso, fino al vuoto che comprime le nostre esistenze dopo che coloro che abbiamo amato ci hanno lasciato, fino all'alba di un nuovo giorno, un soffio di vento che ci riporta alla vita, nella sua ciclica "rinascita".

Lettura meritevole e delicata come una carezza sul cuore.

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