Recensione: "Il mistero della gazza ladra" di Emilio Martini

7/06/2016


Titolo: Il mistero della gazza ladra
Autore: Emilio Martini
Editore: Corbaccio
Pagine: 240
Sinossi: Se credeva di trovarsi in una sorta di prepensionamento, si sbagliava di grosso: da quando è stato esiliato a Lungariva, «ridente» paesino ligure, il commissario Berté ha dovuto affrontare una serie di casi che lo hanno fatto lavorare più di quando era a Milano. Adesso è alle prese con l’omicidio brutale di una nota commercialista, con tutto un contorno di ex convivente, amica cartomante, amante, clienti raggirati: uno spaccato umano a suo modo interessante per Berté, poliziotto con la passione per la scrittura che, dopo l’umiliante rifiuto da parte di un editore di pubblicare i suoi racconti, si è buttato in un noir ambientato proprio nel mondo dell’editoria. Così ha meno tempo per almanaccare sulla Marzia, sposatissima proprietaria della pensione in cui vive, e di arrabbiarsi con la sua ex, la Patty, che quell’ex non l’ha ancora digerito.

Recensione:
Continua la saga del commissario Bertè, un poliziotto di origini calabresi che da Milano è stato inviato in Liguria, esattamente a Lungariva, a causa del proprio temperamento.

Archiviata la storia con la fidanzata storica, la frivola Patty, si consolida l'affetto nei confronti della cara Marzia, locandiera sposata che lo ospita ormai da tempo.

In quel di Lungariva vi è un altro omicidio, la commercialista Luciana Saturno è stata ritrovata cadavere in casa con delle monete in bocca e dei tarocchi addosso. Cosa vorrà significare questo particolare simbolismo?

Indagando, Bertè scopre che la Saturno era appassionata di tarocchi e che la donna che glieli leggeva, una donna ammaliante, le era anche troppo vicina.

Perché le monete in bocca? A quanto pare la commercialista negli ultimi tempi aveva mandato in malora clienti già in difficoltà ed aveva lucrato sui loro guai finanziari.

Si dipinge un ritratto non proprio limpido della defunta, come se la propria fine fosse la giusta punizione per la propria condotta. Si sarà trattato di vendetta o cosa? Leggete il romanzo per scoprirlo, non c'è nulla di scontato.

Il commissario, per chi non lo sapesse, scrive racconti sotto l'impulso della rabbia per "i morti ammazzati" e così, durante il romanzo, ci sono come sempre spezzoni dei suoi scritti.

Altra valvola di sfogo per il commissario è il cibo, le sue citazioni culinarie mettono davvero appetito a volte, meglio leggerlo a stomaco pieno, eheh.

Un noir dei giorni nostri, molto realistico.




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