Recensione: POISON FAIRIES. LA GUERRA DELLA DISCARICA di Luca Tarenzi

7/10/2015

Titolo: Poison Fairies. La guerra della Discarica
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books
Prezzo: € 4,91 (ebook) - € 12,12 (cartaceo)
Pagine: 224
Pubblicazione: 13 dicembre 2014
Disponibile anche in inglese.

Trama
La vita nella discarica è dura, tra il pericolo mortale e onnipresente dei gabbiani, la difficoltà di procacciarsi il cibo e le faide con le altre tribù, come gli spaventosi Boggarts. 
Ma Cruna ha deciso che le cose devono cambiare: convince i suoi amici Verderame e Disgelo a rubare la batteria di una macchina, in modo che il suo acido possa fornire energia alla sua gente, visto che l'inverno è alle porte. Come reagirà però il Re Albedo, fratello di Cruna, alla missione non autorizzata? Che cosa sta complottando Waspider, re dei Boggarts? E chi è il misterioso nuovo arrivato, dotato di un Glamour diverso da qualsiasi altro tipo di magia conosciuta? 
La Guerra della Discarica è il primo capitolo di una trilogia che descrive la vita delle più feroci creature del mondo: LE FATE!
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Una batteria di un'auto è un vero tesoro per i Goblin che vivono nella Discarica: raramente se ne trova una perché è un rifiuto che va smaltito altrove. Ma ce n'era una nel territorio dei Boggart ed era così piena di veleno da valere, secondo Cruna, il rischio che lei e i suoi compagni stavano correndo.
La missione, organizzata a insaputa del fratello, il re Albedo, è l'inizio di una serie di avventure per Cruna. Con lei ci sono gli amici di sempre: Verderame, una Sluagh, ovvero una veggente morta alla nascita, e Disgelo, figlio di un Goblin e di una sirena come denunciavano le piccole squamette che gli ricoprono la pelle.
La vita nella Discarica è dura. Il territorio, abitato da tribù del Piccolo Popolo in guerra tra loro, da Pallide Morti (i gabbiani), da sirene e da ratti, offre a tutti i mezzi per sopravvivere. I Boggart, però, sono sempre più numerosi e stanno mettendo in pericolo la sopravvivenza dei Goblin: la tregua sta per essere rotta.

Sono certa che anche voi, pensando alle creature della tradizione anglosassone, immaginerete boschi e verdi radure, luoghi pressoché incontaminati e dimenticati dall'uomo. La Discarica non condivide alcuno degli aspetti più romantici dell'ambientazione dettata dalla nostra immaginazione.
Con Poison Fairies Tarenzi è riuscito a scuotere la mia fantasia, che un po' troppo facilmente si era adattata ai racconti più classici: il Piccolo Popolo, infatti, pur non perdendo l'indole violenta e vendicativa, si muove in un contesto più urbano e moderno e animando un ambiente che per noi è malsano, inospitale e vicino a essere mortale. Non solo: ogni rifiuto trova nelle mani di Goblin e Boggart una nuova vita ed è solo uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più e mi hanno lasciato sempre più sorpresa.
La brevità del romanzo richiede alla narrazione di svilupparsi piuttosto rapidamente, ma questo non significa rinunciare alle descrizioni o alla caratterizzazione dei personaggi. L'azione si mescola equilibratamente a parti più descrittive e la narrazione si sofferma sul passato delle fairies, sulla loro storia e genesi.
Il racconto si concentra principalmente su Cruna, evidenziandone il carattere ribelle e l'insofferenza per il proprio status. La sventatezza di Cruna finisce con il ripercuotersi su Verderame, che è quanto Cruna abbia di più vicino a una migliore amica. La Sluagh è tenuta in alta considerazione dal re Albedo: la sua capacità di vedere oltre il Glamour dei nemici rappresenta un asso nella manica per i Goblin.
Se Cruna è protetta dal suo status regale e l'essere Slaugh rende Verderame preziosa, Disgelo è sacrificabile senza alcuna esitazione. In più Disgelo non ha mai riconosciuto l'autorità e rappresenta una spina nel fianco per il governo.
Paradossalmente, mi è sembrato che la caratterizzazione di Disgelo e Verderame fosse più accurata rispetto a quella di Cruna che, dopo essere stata inquadrata nei primi capitoli, mi è parsa leggermente più statica e meno interessante rispetto agli altri co-protagonisti.
La brevità del romanzo (si tratta, infatti, di una serie che si sviluppa a episodi) non intacca la piacevolezza della lettura che è accentuata da parole in grado di risvegliare l'immaginazione. Non è solo una storia da leggere, ma anche da vedere e vivere in compagnia di Cruna, Verderame e Disgelo. E fidatevi: da quando li ho incontrati, non riesco a smettere di chiedermi quali creature si nascondano nelle nostre discariche. 



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