Recensione: "PALINDRA" di Elena Ticozzi Valerio

4/29/2014

Buongiorno, amici di IDIB-BE!!! Come sta andando il rientro dal periodo festaiolo? Le feste vi hanno lasciato intorpiditi o siete carichi? Io, complice sicuramente il cambio di stagione, mi sento abbastanza fiacca, ma utilizzo il tempo di relax per leggere un po' di più. Oggi voglio parlarvi di un romanzo molto interessante e ricco di elementi affascinanti che ho finito da un po' di tempo e che mi ha colpito positivamente. Non so se lo conoscete già, ma se così non fosse vi consiglio di inserirlo nelle vostre wishlist perché merita davvero attenzione. Si tratta di Palindra di Elena Ticozzi Valerio, un misto tra urban fantasy, romanzo storico-archeologico e avventura.

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Titolo: Palindra (La stirpe di Inanna #1)
Autore: Elena Ticozzi Valerio
Editore: youcanprint
ISBN: 978-8867518203
Prezzo: € 15.00 (cartaceo) - € 0.92 (ebook)
Pagine: 322 p.
Genere: Romanzo
Sottogenere: Urban Fantasy, Storico
Anno di pubblicazione: 2012

Trama
Palindra, archeologa scozzese specializzata in storia russa, è da sempre una ragazza pragmatica. Un incontro imprevisto le svelerà una nuova realtà del mondo e la porterà a stringere amicizia con due esseri eccezionali: Viktor, un guerriero cosacco, e Tybaerius, un lord misterioso. I protagonisti viaggeranno dalla moderna Edimburgo alla sabbiosa Uruk, dalla magica Islanda fino alle lande ghiacciate delle isole Svalbard. Lotteranno per salvare i loro affetti più cari venendo in contatto con riti antichissimi, manufatti magici e le tradizioni di un popolo di cui nessuno serba più il ricordo. Le loro nature diverse dovranno allearsi per sconfiggere un alchimista che ha smarrito la via della luce e la sua diabolica moglie, disposti a tutto pur di raggiungere il loro scopo.

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La mia recensione

Palindra, scritto dalla talentuosa autrice italiana Elena Ticozzi Valerio, è il primo volume di un’originale e interessante serie (La stirpe di Inanna) dove l’urban fantasy si incontra con la storia, l’archeologia e diversi miti e antiche leggende pronte a stupire. Sono rimasta davvero conquistata dal modo in cui la scrittrice è riuscita a rielaborare una varietà di elementi anche molto diversi tra loro e a creare una storia particolare, avvincente e ricca di spunti decisamente nuovi. 
La trama segue due e più fili narrativi: da una parte abbiamo Palindra, una talentuosa e giovane archeologa, e dall’altra ci sono Viktor, un guerriero immortale, e l’ironico Tybaerius, un antico vampiro che può prendere sembianze feline. L’intreccio è molto articolato e abbastanza difficile da spiegare in poche parole. Basti sapere che in questo libro niente è come sembra e che le creature fantasy e mitologiche di molte culture si uniscono dando vita a un quadro colorato e vivido. Come in ogni storia che si rispetti, ci sono degli ottimi antagonisti (in questo caso, provenienti dal passato), una serie di misteri da svelare e altrettanti colpi di scena, un oggetto di vitale importanza per la maggior parte dei personaggi, un pizzico di romanticismo e dei protagonisti per cui si fa il tifo. Ci sono molti aspetti di questo romanzo che voglio analizzare, quindi andrò per gradi. 
Prima di tutto, voglio lodare lo stile elegante e correttissimo dell’autrice. Il libro è scritto egregiamente, è scorrevole, presenta una prosa sinuosa e fluida, e c’è un tocco brioso che attraversa ogni pagina. Infatti, soprattutto nei dialoghi, si può trovare una buona dose di ironia che contribuisce a ravvivare la scena quando la narrazione rallenta per fare spazio ai vari flashback, che servono da approfondimento psicologico per i vari personaggi. Si vede, inoltre, che dietro la stesura di questa storia c’è uno studio approfondito sia in campo storico che archeologico, quindi va fatto un grosso applauso all’autrice non solo per la sua bravura letteraria, ma anche per la sua cultura, che è riuscita a riportare vividamente nel testo. I numerosi dettagli rappresentano uno dei punti di forza di questo libro perché lo rendono autentico, quasi reale. È raro trovare manoscritti così curati sia dal punto di vista tecnico che da quello intellettuale, ma Palindra, raffinato, ricercato ed erudito, è uno di questi. 
Mi sono piaciuti tantissimo i personaggi, in particolare Palindra e Viktor. Lei, perché rappresenta la donna colta e avventurosa, sempre mantenendo una personalità abbastanza classica e in cui ci si può facilmente riconoscere; lui, perché ha un fascino indiscutibile: un po’ burbero e sarcastico, ma estremamente coraggioso. Insieme li ho adorati! I loro battibecchi mi hanno fatto ridere, sorridere e battere il cuore e penso formino una coppia meravigliosa. Negli ultimi tempi sono difficile da accontentare sotto questo punto di vista perché tutte le coppie letterarie mi sembrano piatte, quindi è stato un piacere doppio trovare qui una coppia che mi facesse emozionare e che mi coinvolgesse. Certo, la loro non è una vera e propria storia d’amore, nel senso che in questo libro è ancora agli inizi, è appena accennata, ma quei pochi momenti, descritti con tanto sentimento, sono bastati a conquistarmi. 
Come ho già detto, questo è un libro che racchiude veramente tante informazioni. Non si può leggere velocemente o senza una buona concentrazione, altrimenti si rischierebbe di perdere velocemente il filo dei collegamenti. È esattamente ciò che è successo a me. Appena il libro è arrivato tra le mie mani ho iniziato a leggerlo, curiosa di scoprire questa storia che mi sembrava (a ragione) diversa dalle altre, ma il momento era sbagliato perché in quel frangente avevo tante cose per la testa e così mi sono ritrovata presto a perdere la storia che tanto volevo conoscere. Questo è stato il motivo per cui ho impiegato parecchio a ultimare questa lettura. L’ho ricominciata tre volte a distanza di tempo prima di riuscire a trovare il momento giusto per essa. Finalmente è arrivato e mi sono goduta appieno questo romanzo bellissimo. Il mio consiglio, quindi, è di leggere Palindra in un momento di calma, in cui siete sicuri di potervi immergere completamente nell’intreccio ideato da Elena Ticozzi Valerio, perché sarebbe un peccato perdersi una simile prova narrativa solo perché a volte la concentrazione decide di abbandonarci. 
Gli elementi che compongono questo libro sono veramente tanti, ma in questo primo volume ne conosciamo bene solamente alcuni, mentre altri vengono accennati e saranno sicuramente oggetto di attenzione nei prossimi libri. L’autrice dimostra un’enorme padronanza della lingua e delle culture antiche e questo aspetto mi ha affascinato enormemente. La mitologia inserita nella storia è allo stesso tempo conosciuta e ignota perché, anche se richiama alla mente figure comuni nella letteratura fantasy, è originale perché affonda le radici in un passato misterioso e di cui si vuole conoscere ogni particolare, risultando così innovativa perché poco utilizzata al giorno d’oggi. Ci sono vampiri, come Tybaerius, ma poi ci sono gli Immortali, come Viktor e Coralie, i lectŏr come Palindra, per non parlare di tutta la storia alla base dei discendenti di Inanna oppure dell’utilizzo delle lingue nel testo…insomma, è veramente un libro da vivere in ogni sfaccettatura. Sicuramente interessanti sono le appendici alla fine del romanzo e il piccolo dizionario Tukcin, che rendono l’opera ancora più preziosa e verosimile dal punto di vista storico-artistico. 
L’unica pecca, se così si può chiamare, è rappresentata da un minuscolo dettaglio che a volte fa distogliere l’attenzione dal testo principale. C’è, infatti, la presenza di numerose note che contengono brevi spiegazioni di termini o altro, che risultano sicuramente utili in alcuni casi, ma che in altri non sarebbero così necessarie e, anzi, penalizzano la scorrevolezza della lettura, che viene interrotta di continuo per leggere le informazioni contenute in questi piccoli commenti a fine pagina. Ho, invece, apprezzato moltissimo i flashback che coinvolgono spesso i personaggi, soprattutto Viktor, di cui mostrano la vita in altre epoche e spiegano i tanti avvenimenti in cui è coinvolto e anche lo spirito e la personalità. Le ambientazioni cambiano molto spesso, permettendoci di viaggiare nelle zone più belle del mondo, e le descrizioni sono precise, accurate e visivamente piacevoli. 
Palindra è un ottimo romanzo ricco di elementi interessanti e originali, con dei protagonisti ben caratterizzati e un intreccio estremamente affascinante, e lo consiglio a tutti coloro che desiderano una storia diversa dal solito e con un background misterioso e dal sapore a volte antico. In particolare, ritengo sia una lettura imperdibile per gli appassionati di storia, archeologia e leggende.



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